Due segnali in uno. Il primo: la ricchezza delle famiglie torna a crescere, come si evince dall'aumento delle masse gestite dai canali specializzati del private banking. Il secondo: la crisi, almeno in Italia, non ha ucciso la fiducia nella fascia alta del risparmio gestito, tornato a settembre ai livelli precedenti alla recessione (361 miliardi di euro). A dare fiato all'ottimismo di una ripresa incipiente è l'Associazione italiana di private banking (Aipb) che ha monitorato i suoi associati dando alcune stime preliminari. Certo, a favorire la loro ripresa ha contribuito la buona performance del mercato azionario che dal terzo trimestre ha continuato a correre. Ma l'anno si chiude con i migliori auspici anche per un altro motivo: le somme che rientreranno con lo scudo fiscale, per mantenere l'anonimato, dovranno necessariamente essere impiegate in investimenti finanziari e il private banking è quello più indicato per una clientela sofisticata. Oltre che un'iniezione di capitali, altra fiducia in circolo.