ITALIA

 
 
 

 
HOME DEL DOSSIER

4 Aprile 2010

3 Aprile 2010

2 Aprile 2010

1 Aprile 2010

31 Marzo 2010

30 Marzo 2010

29 Marzo 2010

28 Marzo 2010

27 Marzo 2010

26 Marzo 2010

25 Marzo 2010

24 Marzo 2010

23 Marzo 2010

22 Marzo 2010

21 Marzo 2010

20 Marzo 2010

19 marzo 2010

18 Marzo 2010

17 Marzo 2010

16 Marzo 2010

15 Marzo 2010

14 Marzo 2010

13 Marzo 2010

12 Marzo 2010

11 Marzo 2010

10 Marzo 2010

9 Marzo 2010

8 Marzo 2010

7 Marzo 2010

6 Marzo 2010

5 Marzo 2010

4 Marzo 2010

3 Marzo 2010

2 Marzo 2010

1 Marzo 2010

28 Febbraio 2010

27 Febbraio 2010

26 Febbraio 2010

25 Febbraio 2010

24 Febbraio 2010

23 Febbraio 2010

Lepri e inseguitori

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
23 febbraio 2010

LA LEADERSHIP
Gli innovatori possono lavorare ovunque ma, se cercano uno sviluppo globale, sanno che la strada per trovarlo passa dagli Stati Uniti. Qui sono nati Apple, Google, Facebook. Su internet, gli americani sembrano imbattibili: perché hanno i soldi e un grande mercato interno, ma anche perché possiedono un'inarrivabile leadership culturale. Dice Erik Lumer, fondatore di Cascaad, piattaforma che opera nello spazio dei motori sociali di ricerca: «Lavoro da Milano perché mi piace, ma tengo contatti con la California e ci vado spesso: il successo passa da là». La sua tecnologia avrà successo se piacerà ai californiani che, a loro volta, trasmetteranno l'entusiasmo al resto del mondo.

LA SOLIDITÀ
Vodafone e Nokia sono indubitabili successi mondiali ma l'interpretazione di fondo sull'Europa non cambia: il continente non fa sognare. Il finanziere-guru Klaus Hommels dice: «In Europa, con internet distruggiamo più capitalizzazione di Borsa di quanta ne costruiamo. Questo non accade in Usa, Cina, Russia». I settori che il web mette in difficoltà perdono profitto in Europa, mentre il Continente non riesce a esprimere nuovi leader di mercato e il suo venture capital non sembra avere la mentalità giusta per svilupparli. Le idee degli europei si scontrano anche su uno scoglio difficile da aggirare: la molteplicità delle lingue che dividono il mercato interno.

LA TERZA VIA
L'Europa è solida ma non è sotto i riflettori: per questo non attira risorse finanziarie e creatività. Così, sullo scenario tecnologico mondiale, si affacciano giovani competitivi e aggressivi: vengono dall'Asia. L'Europa invecchia - nel 2025, il 2,2% degli 8 miliardi di persone della popolazione mondiale sarà composto da europei con più di 65 anni - e la storia è scritta altrove: dalle menti di giovanissimi che lavorano negli Usa, o dagli aggressivi giganti cinesi, taiwanesi e coreani. In Asia si trovano cinque poli super-tecnologici: Bangalore (la Silicon Valley indiana), Seul, Singapore, Tokyo e Pechino (il distretto di Zhongguancun è conosciuto come il "viale dell'elettronica").

IL CASO ITALIANO
L'emblema dell'Europa che ha solidità ma non riesce a guadagnare posizioni in campo tecnologico è rappresentato dal caso italiano della StMicroelectronics. Nello stabilimento siciliano si dovevano produrre memorie flash, utilizzate dai congegni elettronici che devono ricordare i dati anche da spenti. Nonostante la joint venture con Intel, quell'iniziativa imprenditoriale non è decollata. La Stm ha venduto la sua parte nel settore alla Micron. I suoi addetti qualificati e un'intesa con Enel hanno fatto gola alla Sharp: qui i giapponesi fabbricheranno pannelli fotovoltaici per nuovi impianti solari.

23 febbraio 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-