Un colpo di stato preparato dall'esercito e sventato con l'arresto di 40 persone tra cui alcuni esponenti dei massimi vertici militari. È questa l'ultima trovata del premier turco Erdogan, annunciata ieri durante una visita a Madrid, per alzare lo scontro con la componente laica del paese. Il golpe fantasma (che risalirebbe al 2003 quindi precedente al tentato putsch del 2007, anche questo mai provato ma che ha portato in galera 300 persone) è solo il pretesto per screditare l'opposizione laica rappresentata dal baluardo delle forze armate. Prima era toccato alla magistratura - con l'arresto di un giudice che indagava sule confraternite islamiche - e prima ancora alla stampa indipendente, con le supermulte alle case editrici non allineate. Il gioco al rialzo di Erdogan per arrivare alla riforma della Costituzione rischia di portare la Turchia su una strada senza uscita. La svolta neo-ottomana preoccupa molto. Se a ogni passo avanti per l'ingresso nell'Unione Europea ne corrispondono un paio indietro, il cammino si fa arduo. Una Turchia europea gioverebbe alla Turchia e all'Europa. Ma non ad ogni costo.