«Se potessi tornare indietro rifarei tutto quello che ho fatto non una, ma altre mille volte, perché pagare il pizzo è contro i miei principi e contro la religione cristiana in cui credo. Indipendentemente dall'esito del processo non ho alcun ripensamento». Le parole di Rodolfo Guajana, imprenditore coraggioso, andrebbero scritte sui muri della città di Palermo. Poco importa, ha detto Guajana, che i quattro mafiosi accusati di aver appiccato materialmente il fuoco al negozio siano stati assolti. Quello che conta è il principio e il contenuto simbolico del processo. Il processo era infatti il primo dopo la nascita dell'associazione Addiopizzo, che assieme alla Confindustria Sicilia di Ivan Lo Bello ha lanciato la grande offensiva degli imprenditori per la legalità e contro la mafia.
«Mafiosi in galera e imprese più libere, la sentenza dimostra che denunciare è giusto e conviene». Le parole di Antonello Montante, delegato per la legalità del presidente di Confindustria, andrebbero scritte sul cancello d'ingresso di ogni attività commerciale. Nel Mezzogiorno e anche nel Nord, dove le mafie diventano sempre più invasive. Denunciare è giusto e conviene.