A Berna il Tribunale amministrativo federale (Taf) si sta confermando come il baluardo del segreto bancario elvetico. Il Taf ieri ha accolto il ricorso di una cliente Usa di Ubs, il cui nome doveva essere trasmesso al fisco americano, sulla base dell'accordo Svizzera-Usa dell'agosto scorso. La contribuente aveva omesso di inviare al fisco Usa il formulario per il conto all'estero. Questo per il Taf non è una vera frode, dunque non si può inserirla nei circa 4400 nomi di sospettati di reati fiscali, che Berna deve consegnare agli Usa. Lo stesso Taf aveva già bacchettato la Finma, organismo di vigilanza, per la trasmissione agli Usa dei nomi di circa 300 clienti di Ubs, nel febbraio scorso. La Finma ha fatto ricorso contro la sentenza Taf. Ma quei 300 nomi sono già andati, mentre i 4400 sono in via di consegna e il nuovo passo del Taf potrebbe frenare l'operazione. L'intesa di agosto resta in piedi, ma altri ricorsi di clienti Usa - per adesso ce ne sono 25- potrebbero essere accolti. Il Taf elvetico non demorde. I Governi di Berna e Washington per ora non commentano. (L.Te.)