ITALIA

 
 
 

 
HOME DEL DOSSIER
17 dicembre 2009
16 dicembre 2009
15 DICEMBRE 2009

14 dicembre 2009

13 dicembre 2009

12 dicembre 2009
11 dicembre 2009

10-dicembre-2009

9 dicembre 2009

8 DICEMBRE 2009

7 dicembre 2009

6 dicembre 2009

5 dicembre 2009

4 dicembre 2009
03 dicembre 2009
2 dicembre 2009
1 DICEMBRE 2009
30 novembre 2009
29 novembre 2009
28 novembre 2009
27 novembre 2009
26 Novembre 2009
25 novembre 2009
24 novembre 2009
23 novembre 2009
22 novembre 2009

21 novembre 2009

Pec, purché sia una corsa utile a tutti

di Marcello Clarich

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
23 novembre 2009


Tra qualche giorno scade il termine entro il quale i professionisti dovranno comunicare ai propri ordini e collegi un indirizzo di posta elettronica certificata. Gli iscritti agli albi professionali dunque faranno da apripista nella campagna per l'informatizzazione e per la digitalizzazione che il Parlamento e il Governo stanno portando avanti da qualche anno, con la speranza che ciò si riveli utile per tutti. L'obbligo legislativo, introdotto lo scorso anno con il decreto legge 185 e che dovrebbe rendere più agevoli e sicuri gli scambi di corrispondenza e di documentazione, riguarda in realtà anche le imprese e le pubbliche amministrazioni.
Le imprese già costituite hanno però ancora due anni di tempo per comunicare al registro delle imprese il loro indirizzo. Le pubbliche amministrazioni già dal 2005 erano tenute a dotarsi di una casella di posta elettronica istituzionale, come prevede il codice dell'amministrazione digitale, e di una casella di posta elettronica certificata per ciascun registro di protocollo. Molte non lo hanno fatto e per esse il Dl 185 suona quasi come un richiamo formale.

In questo processo si registrano ritardi e resistenze anche culturali. Con il risultato che le caselle di posta elettronica certificata effettivamente attivate rimarranno a lungo pressoché vuote e continueranno a essere utilizzati i sistemi cartacei tradizionali.
Il legislatore sembra però un po' strabico. Da un lato punta sui professionisti, individuati come capifila per promuovere le forme di comunicazione più avanzate, assumendo che essi per qualificazione e attitudine siano già pronti a compiere questo passo. Dall'altro stenta a varare una riforma delle professioni in linea con le esigenze di un'economia moderna aperta alla concorrenza e ai bisogni sempre più sofisticati della clientela. Anzi le timide aperture alla liberalizzazione operate dal Parlamento precedente sembrano ormai prossime a rientrare. In particolare, il progetto di riforma della professione legale ora all'esame Parlamento ripristina i minimi tariffari obbligatori, mira a estendere le attività riservate agli iscritti, limita le forme di pubblicità, impedisce lo svolgimento dell'attività in forma di società di capitali. L'articolato, che recepisce molte indicazioni contenute nella proposta di legge approvata dal Consiglio nazionale forense il febbraio scorso, risente ancora dell'ideologia corporativa che caratterizza da decenni la legislazione in materia di libere professioni.

Non si riesce cioè a far passare l'idea, acquisita in altri Paesi, che la riforma delle professioni, più che calibrata sulle esigenze dei professionisti, deve essere concepita in funzione delle esigenze dei clienti. Il sistema degli ordini professionali, con tanto di meccanismi di giustizia disciplinare domestica, è invece autoreferenziale.
Si spiega così perché l'indagine conoscitiva sugli ordini professionali pubblicata dall'Autorità antitrust a gennaio (IC n. 34, Bollettino n. 9/2009), che auspicava un'apertura decisa del settore alla concorrenza, è stata accolta con freddezza. Anche la segnalazione al Parlamento e al Governo (del 18 settembre 2009) contenente molte critiche alla riforma della professione legale ha suscitato reazioni stizzite.
In definitiva, la sfida della modernità non è stata raccolta dal mondo delle libere professioni. Più che una spinta verso la digitalizzazione,occorrerebbe un'iniezione di cultura d'impresa e del servizio all'utenza.

23 novembre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-