ITALIA

 
 
 

 
HOME DEL DOSSIER
23 novembre 2009

21 novembre 2009

20 novembre 2009

19 novembre 2009
18 novembre 2009
17 novembre 2009
16 novembre 2009
12 novembre 2009
11 novembre 2009
10 NOVEMBRE 2009
9 NOVEMBRE 2009
8 Novembre 2009
7 novembre 2009
6 novembre 2009
2 novembre 2009
1 NOVEMBRE 2009
31 ottobre 2009
30 ottobre 2009
29 ottobre 2009r
28 ottobre 2009
27 ottobre 2009
26 OTTOBRE 2009
25 ottobre 2009
24 Ottobre 2009
23 ottobre 2009
22 ottobre 2009
21 ottobre 2009
20 ottobre 2009

LE DONNE NELLE PROFESSIONI / Uno studio in rosa per il notaio della globalizzazione

di Mauro Meazza

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
23 Ottobre 2009

Arriva il notaio: è quella ragazza bionda, con i capelli lunghi e i grandi occhi scuri, è stata la più giovane vincitrice del suo concorso. Ex aequo - con i notai va sempre bene un po' di latino - con un'altro notaio. Con l'apostrofo, perché anche l'altra era una delle 1.300 signore notaio d'Italia. Su nemmeno 5mila, fa all'incirca un notaio donna su tre.
Adele Cesaro, così si chiama, viene da Napoli ma lavora a Milano, dopo un passaggio a Bergamo. E ha avuto molte sorelle maggiori che le hanno preparato la strada. Nemmeno vent'anni fa le donne notaio erano il 17%. «Nel mio corso, negli anni Settanta, c'erano solo 10 donne su 200 futuri notai» racconta Giulia Clarizio, nata a Roma alla fine degli anni Quaranta - scusate l'imprecisione, con le signore è un obbligo - e da più di trent'anni notaio in Veneto. Clarizio è una delle tre donne che fanno parte del Consiglio nazionale (le altre due sono Giuliana Bartolini e Donatella Quartuccio), contro 17 consiglieri di sesso maschile. Ancora poche, ai vertici. «Ma stanno rapidamente aumentando» mi corregge Giulia.
Perché in trent'anni – Adele è nata nell'anno in cui a Giulia veniva consegnato il “sigillo” che dà il via alla professione – le donne notaio sono diventate la normalità. E la curiosità di clienti e colleghi per la novità della “signora notaio” è ormai «un minuto di iniziale stupore», secondo il racconto di Adele. Una parità conquistata passo dopo passo, con tranquilla determinazione, dalle colleghe che l'hanno preceduta. «In realtà non ho mai avuto problemi con i clienti, nemmeno nel piccolo paese della provincia veneta in cui ho cominciato» dice Giulia, seduta accanto ad Adele, vivaci occhi celesti dietro gli occhiali, un elegante abito blu. «Certo, negli anni settanta non si era mai vista da quelle parti una donna notaio e solo nel 1976, a Vicenza, era arrivato il primo magistrato donna. Ma il maggiore inconveniente che poteva capitarmi in quel periodo era che il direttore di banca mi chiedesse "signorina, quando arriva il notaio?"»
Con Adele e Giulia, tra le due generazioni, c'è Eliana Morandi, mora, sorridente e decisa in un bel vestito grigio scuro. Tutte e tre indossano la gonna e nessuna ha evidentemente sentito il bisogno di travestirsi da uomo o da manager, nemmeno in questa occasione ufficiale del congresso. Vorrei farlo notare, ma temo che ne esca una galanteria sciocca e lascio perdere.
Eliana, nata all'inizio degli anni sessanta, ora notaio a Manzano in provincia di Udine e vicepresidente del comitato notarile del Triveneto, rilancia il discorso sulla professione al femminile. Spiega che avere a che fare con un notaio donna può essere un vantaggio per i clienti: «Mi capitano coppie di extracomunitari con culture meno aperte della nostra nei confronti delle donne. In quel momento mi rendo conto che le donne hanno la possibilità di parlare più apertamente, trovando di fronte una donna». Non è solidarietà femminile: «No, affatto. È che per le loro culture, le loro tradizioni sarebbe più difficile esprimere una posizione diversa dal marito in presenza di un altro uomo. Il fatto che ci sia una donna a rappresentare l'istituzione dà loro maggiore sicurezza».
Disponibilità e fiducia da parte dei clienti, nessuna diffidenza riferita, possibilità di organizzare il lavoro anche in base alle esigenze familiari. Le signore notaio appartengono a una categoria fortunata. Anche i loro guadagni sono pari a quelli degli uomini e non tutte le professioni possono dire lo stesso. «Il sigillo ci mette alla pari, uomini e donne», dice Eliana. «Il notaio non ha un percorso di carriera che può essere messo a rischio da una maternità o da una minore presenza in studio», spiega Giulia.
Le diversità però riemergono negli organismi di categoria, nei distretti dove le donne presidenti sono ancora poche. E dove l'incarico comporta sacrifici di tempo e di energie meno adattabili a qualche scelta personale. «Quella è in effetti una carriera», concordano le tre signore, due delle quali già con compiti importanti nella categoria. Ma anche Adele si dice disponibile a una carica, se capiterà. Le sue due colleghe ce l'hanno fatta e la statistica (oltre che il tempo, come cantavano i Rolling Stones) è dalla sua parte.

23 Ottobre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-