Meno ordini e più scorte. Nuovi debiti che portano più fisco. Meno risorse per investire e per cercare nuovi mercati. Quando la sfida diventa proprio quella di trovare clienti che ravvivino la domanda. Riscoprendo come non si possa fare a meno delle piastrelle di Sassuolo o dei mobili di Matera. Delle piccole e medie imprese con il marchio «made in Italy».
Se questo è il quadro non è un caso che Confindustria dedichi, da oggi a Mantova, un Forum di due giornate alle difficoltà della piccola industria. Il problema, in questi casi, è quello di misurarsi la febbre. Per capire se si ha un'influenza un po' più grave del solito o bisogna preoccuparsi seriamente per il proprio futuro.
Lo strumento, il termometro, è da ieri sul sito del Sole 24 Ore (all'indirizzo www.ilsole24ore.com) e sarà disponibile su carta in uno speciale in edicola domani. Per una prima valutazione, un po' come quella che farebbe un medico di famiglia, è possibile utilizzare un programma di calcolo che, partendo dai dati di bilancio, permette di misurare prima la temperatura economica, poi quella finanziaria e infine quella patrimoniale. Per trovare un punteggio che, in una sintesi finale, indichi quanto è alta la febbre della crisi. E se bisogna curarsi con un antibiotico, guardando con una certa fiducia al futuro. Oppure è meglio cercare in fretta e furia uno specialista.
La voglia di riscatto c'è, fa parte dell'essere imprenditori, ma l'orizzonte sembra grigio. Anche perché le piccole e medie imprese vivono tutte le difficoltà di una depressione economica mondiale con un ostacolo in più. Sono costrette a misurarsi con i tanti "pesi" che l'Italia non ha mai eliminato. Dai costi della burocrazia a quelli dell'energia, fino al fisco che dà il tormento a ogni scadenza. L'obiettivo è cercare il vento giusto per trovare la ripresa. E per farlo, consapevoli dei rischi e delle opportunità che derivano dal proprio stato di salute, anche il giudizio del medico di famiglia può diventare utile.