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Secondo gli ottimisti alla fine del 2010 (rispetto a fine 2009) il ritmo di crescita sarebbe del 5%. Le implicazioni di un rimbalzo analogo sarebbero enormi ma non tutte positive. Gli sforzi di riforma dei sistemi finanziari e i tentativi di coordinamento globale, sospinti dal senso di necessità indotto dalla crisi, probabilmente si arenerebbero. In queste ore intensi sforzi di diplomazia economica stanno cercando di dare al G-20 un ruolo di governo stimolando politiche equilibrate di sviluppo che singoli paesi (Usa e Cina) o singole aree economiche (Euroarea) non hanno la volontà politica di realizzare. Le stesse banche stanno esercitando pressioni sui governi per minimizzare le riforme.
Come sempre le previsioni sull'Europa sono meno infettate dall'ottimismo di Washington. Tuttavia il tasso di crescita della zona euro nel 2010, che il Fondo monetario nelle passate stime vedeva ferme a -0,3%, potrebbe salire secondo Mussa al 2,3%. Perfino l'Italia crescerebbe nel 2010 dell'1,8% (anziché -0,1%). Una previsione che per un attimo ha fatto vacillare la fiducia nel contagioso ottimismo del dottor Boom.
cbastasin@piie.com