«Proporrò al sindaco di Roma di costruire un monumento per tutti i nostri caduti nelle missioni internazionali: un'opera semplice, anche una stele andrebbe bene. Non basta: proporrò di istituire una giornata di ricordo per tutti questi eroi che vanno chiamati con il loro vero nome: "eroi delle missioni a sostegno della pace e contro il terrorismo internazionale"». Il ministro della Difesa Ignazio La Russa fa sua la proposta del Sole 24 Ore di un monumento per gli italiani caduti nelle missioni all'estero dal 1950. Del resto, proprio il suo dicastero ha pubblicato il volume che raccoglie le storie dei volti di questi 138 eroi repubblicani.
Ministro, come immagina il monumento?
Deve essere innanzitutto un'opera ben inserita nel contesto urbano. Francamente non mi interessa il modello: lo lascio scegliere agli artisti, agli scultori e agli architetti che saranno chiamati a idearlo e realizzarlo. Io, però, non ci perderei troppo tempo: anche una semplice stele andrebbe benissimo. Certo, se dovessi dire la mia, ho in mente proprio il bellissimo "Vietnam Veterans Memorial" di Maya Lin. Ecco, sarebbe bello avere un monumento così, che raccogliesse tutti i nomi degli uccisi. Anzi: in cui i nomi dei caduti fossero il monumento stesso.
Dove andrebbe eretto?
Il suo luogo naturale è Roma. Per questo, come ministro della Difesa, mi farò promotore della proposta del Sole 24 Ore presso il sindaco della capitale Gianni Alemanno. Per creare un monumento serve infatti la delibera del Comune. Il governo potrebbe partecipare all'iniziativa accollandosi una parte delle spese. Proprio Alemanno ha inaugurato in città da poco un monumento semplice ma bellissimo: ha recuperato dai magazzini due colonne romane e le ha trasformate in due torri in memoria dell'11 settembre inaugurate dieci giorni fa con la speaker della Camera dei rappresentanti, Nancy Pelosi. Un monumento per i nostri eroi, però, non è sufficiente.
Cos'altro servirebbe?
Quando sono arrivato al ministero della Difesa avevo intenzione di modificare la normativa che impedisce di assegnare a questi ragazzi la medaglia d'oro al valor militare: per ottenerla, infatti, bisognerebbe essere "soggetto attivo" dell'azione eroica e non "soggetto agito". C'era poi il problema che, in ogni caso, il riconoscimento non potrebbe essere assegnato a tutti: alcuni di loro sono morti in incidenti. Dopo aver ascoltato il parere dei militari ho deciso che un intervento era inopportuno: si tratta di regole che hanno la stessa età delle nostre forze armate e alle quali i militari sono naturalmente molto attaccati.
A quale alternativa ha pensato?
Penso che sia arrivato il momento di dedicare una giornata di ricordo di tutti i caduti nelle missioni internazionali. Una ricorrenza che sia diversa da quella già istituita per il 9 maggio, quando si ricordano tutte le vittime del terrorismo.
Ha in mente una data?
Potrebbe essere il giorno della strage di Nassiriya, il 12 novembre, oppure quella in cui sono morti i sei parà a Kabul. Ma ci potrebbe essere una terza data: lascio al Parlamento la discussione e la scelta. Nella commemorazione naturalmente sarebbero inclusi sia i militari che i civili. L'importante è che in quel giorno si celebri la memoria dei nostri ragazzi e si discuta nelle scuole il valore del loro sacrificio.