La domanda viene posta a bruciapelo e, così formulata, prende gli scultori alla sprovvista: se le chiedessero di realizzare un monumento ai caduti della pace lei, maestro, che cosa proporrebbe?
Il primo a rispondere al quesito è Arnaldo Pomodoro, pesarese, classe 1927, raggiunto nel suo studio di Milano. Pomodoro non si stupisce: la sua carriera è disseminata di monumenti pubblici e le sue opere si trovano nelle grandi piazze di Milano, Copenaghen, Brisbane, Los Angeles, della sua Pesaro e di Roma: una grande sfera decora, ad esempio, il cortile della Pigna del cuore dei Musei Vaticani.

«Certo lei mi fa un domanda difficile e se non mi fossi mai occupato di questo tema, le confesso che non sarei in grado di risponderle così in fretta. I monumenti dedicati ai caduti non si improvvisano, al contrario presuppongono un lungo lavoro di meditazione e di pensiero. Ma io sono in grado di darle una risposta ora solo perché ho già affrontato nel mio lavoro il dramma di chi perde tragicamente la vita a causa dei conflitti. Quando il comune di Modena mi chiese di commemorare i caduti della Resistenza nel cimitero cittadino ho pensato ai quei caduti come a vittime per la pace.

Ecco allora che, se mi chiedessero di immaginare un monumento per le vittime della pace, riproporrei quell'opera, che ho chiamato Battaglia».
Archivisti e collaboratori di Pomodoro si attivano e in poco tempo ritrovano il primo disegno realizzato per il monumento. Pomodoro ha progettato una struttura in bronzo e acciao, scartando a priori la presenza di figure umane. Il monumento è una massiccia piramide tronca, in bronzo, sormontata da un pilastro in acciaio inossidabile a sezione quadrata appuntito al fondo e conficcato al centro della piramide. L'impatto della trave d'acciao sul tronco di bronzo genera innumeravoli fessurazioni del metallo. Maestro, che cosa significa questo momento?
«Racchiude un messaggio semplice - risponde Pomodoro - è la registrazione di un atto di violenza e della spinta di resistervi e di superarlo».
Come dire che chi muore per la pace viene colpito ma genera un'invicibile forza di resistenza. «Esatto».

Renato Barilli, uno dei più sensibili critici d'arte contemporanea, ha così letto e valutato il monumento intitolato Battaglia: «Pomodoro ha rispettato alla perfezione il tema affidatogli dalla committenza, mantenendo il rigore dei codici estetici adottati, che sono lontani da un banale descrittivismo figurativo: non ci sono difatti sagome simil-umane leggibili nell'intero blocco plastico. Il parallelepipedo nudo e scabro è corroso da crepe, come virus inorganico che ne intacca la solidità apparente, così come la resistenza introdusse un motivo di logorio, di corrosione entro l'opprimente solidità del blocco oppressivo della forze al potere».