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Cordone sanitario sui titoli sintetici

di George Soros

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24 aprile 2010

La causa intentata dalla Securities and Exchange Commission statunitense contro la Goldman Sachs sarà contrastata vigorosamente dall'accusata. È interessante fare ipotesi su chi riuscirà ad avere la meglio, ma non ne conosceremo l'esito per mesi. A prescindere dall'ipotetico risultato, tuttavia, il caso ha implicazioni di grossa portata per il disegno di legge relativo alla riforma del settore finanziario che il Congresso sta prendendo in considerazione.

Che Goldman sia colpevole o no, l'oggetto della causa non comportava vantaggi sociali: implicava un complesso sistema di titoli sintetici fabbricati a partire da titoli garantiti da prestiti ipotecari, clonandoli in unità virtuali su imitazione degli originali.
Questa obbligazione di debito sintetico collateralizzato non serviva a finanziare il proprietario di qualche abitazione in più o ad allocare più efficientemente i capitali. Serviva soltanto a far lievitare il volume dei titoli garantiti da prestiti ipotecari che hanno perso valore quando è scoppiata la bolla immobiliare. Scopo principale di queste pratiche era la creazione di emolumenti e di commissioni.

Questa è una chiara dimostrazione di come i derivati e i titoli sintetici sono stati utilizzati per creare valore apparente a partire dal niente. Sono stati così creati più Cdo (Collateralized debt obligation, letteralmente un'obbligazione che ha come garanzia collaterale un debito) tripla A di quanti asset tripla A vi fossero a loro supporto. Tutto ciò è stato fatto su vasta scala, malgrado il fatto che tutte le parti coinvolte fossero investitori esperti. Il giochetto è andato avanti per anni, ed è culminato con un crollo che ha provocato una distruzione di ricchezza quantificabile in migliaia di miliardi di dollari.

Non si può permettere, naturalmente, che le cose vadano avanti così. L'uso dei derivati e di altri strumenti sintetici dovrebbe essere assoggettato a regole precise, anche se tutte le parti coinvolte sono investitori esperti.
I titoli ordinari devono essere registrati alla Sec prima di poter essere commercializzati. Anche i titoli sintetici dovrebbero essere registrati nello stesso modo, benché tale compito possa essere assegnato a un ente diverso, per esempio la Commodity Futures Trading Commission.
I derivati possono rendersi utili per molteplici finalità, ma in loro sono nascosti alcuni pericoli. Per esempio, possono far accumulare squilibri segreti di offerta o di domanda, che si rivelano poi all'improvviso allorché si supera una data soglia. Ciò vale per le cosiddette "knockout option", utilizzate nel currency hedging. E altrettanto valse per i programmi assicurativi di investimento che provocarono nell'ottobre 1987 il "lunedì nero" della Borsa di New York. La conseguente introduzione di interruttori automatici costituì la tacita ammissione che i derivati possono causare discontinuità, ma non se ne trassero le dovute conclusioni.

I credit default swap sono particolarmente sospetti: si suppone che debbano costituire una garanzia per i detentori di obbligazioni in caso di inadempienza, ma poiché sono commercializzabili liberamente possono essere utilizzati per far aumentare i raid ribassisti; in aggiunta all'assicurazione forniscono una sorta di licenza di uccidere. Il loro utilizzo dovrebbe essere limitato a coloro che hanno un interesse assicurabile nelle obbligazioni di un paese o di una società.

Sarà compito dei regolatori comprendere i derivati e i titoli sintetici, e rifiutarsi di autorizzarne la creazione se non potranno valutarne fino in fondo i rischi sistemici. Questo compito non può essere lasciato agli investitori, contrariamente ai diktat del dogma fondamentalista del mercato che è prevalso fino a tempi recenti.
I derivati scambiati in Borsa dovrebbero essere registrati come una categoria a sé. I derivati su misura dovrebbero essere registrati uno per uno, e i regolatori dovrebbero essere obbligati a comprendere tutti i rischi che essi comportano. La registrazione è un processo impegnativo che porta via tempo, e di conseguenza scoraggerebbe l'uso di derivati pronti sul mercato ristretto. I prodotti su misura potrebbero essere messi insieme da strumenti scambiati in Borsa. Questo eviterebbe il ripetersi degli abusi che hanno contribuito al crollo del 2008.

Esigere che i derivati e i titoli sintetici siano registrati dovrebbe essere semplice ed efficace; nondimeno i disegni di legge attualmente allo studio non contemplano una clausola del genere.
Il Comitato agricoltura del Senato propone di vietare alle banche commerciali, che raccolgono depositi dalla clientela, le operazioni in swaps. Si tratta di una proposta eccellente, che farebbe compiere parecchi passi avanti nella riduzione della interconnessione dei mercati e nella prevenzione del contagio, ma non regolerebbe i derivati. Le cinque grandi banche che fungono da principali operatori del mercato e sono responsabili di oltre il 95% delle transazioni del mercato ristretto statunitense verosimilmente la contrasteranno, perché ciò intaccherebbe inevitabilmente i loro utili. Che si oppongano anche alcune multinazionali, invece, è sconcertante: l'unica spiegazione possibile è che i derivati su misura possono facilitare l'elusione fiscale e la manipolazione dei guadagni. Queste considerazioni non dovrebbero in alcun caso influenzare il disegno di legge.

24 aprile 2010
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