Chiuso per lavori in corso. A tempo definito: a dopo le elezioni. Il cartello appeso sulla vita pubblica italiana ricorre come un ritornello, rimanda a un momento catartico che ha il sapore dell'alibi. Questione Mediobanca? Se ne parla dopo le elezioni. Assetti in Generali? Non si sbaglia: a dopo le elezioni. Destino Fiat al Sud: naturalmente dopo le elezioni. Dalla finanza alla politica. Questione morale? Dopo le elezioni. Riforma della Rai? Certo, ma dopo le elezioni. Non sono solo i conti in tasca a Pdl e Pd a farsi dopo le regionali, il che sarebbe fisiologico. È tutto quello che passa, gomene grosse e ragnatele sottili, tra la politica e il mondo che le sta intorno, le imprese, le banche, le assicurazioni. Viviamo un tempo tra parentesi, sospeso tra i vizi formali di una grottesca guerra di carte bollate e l'ossessione di contarsi in piazza come mossi dalla paura di non esserci, o di essere solo un ponte tra un oggi grigio e un domani che non s'intravede. Dietro i fumi degli insulti ci vorrebbe qualcuno che dicesse: cominciamo subito a sciogliere qualche nodo. Perché non basteranno le elezioni a trovare il pettine giusto.