I fischi che gli ex allievi del prestigioso collegio militare di Napoli, Nunziatella, hanno riservato alle loro colleghe donne, ammesse per la prima volta nella scuola fondata nel 1787 da Ferdinando IV di Borbone, potrebbero a prima vista archiviarsi alla voce "imbecilli", accanto ai tifosi che fischiano Mario Balotelli perché italiano di pelle nera. Ma la difesa, il più tragico degli sport, non può ridursi al degrado delle curve da stadio. La cultura militare italiana ha sempre sofferto di una cronica mancanza di visione strategica e lucidità intellettuale.
Le sconfitte tricolori, a Lissa e Custoza nel 1866, fino a Caporetto erano figlie di uno stato maggiore e di ufficiali presuntuosi e ignoranti. Bene: da quando l'Italia è protagonista delle missioni di pace, questa palude di sciatteria e arretratezza è prosciugata. Non più marmittoni, ma militari capaci di essere protagonisti nel mondo. È bene che il passato non torni. Chi ha fischiato le donne militari non è un macho, vuol solo tornare ai tempi in cui i nostri Capitan Fracassa le prendevano sempre, non perché mancassero loro coraggio o armi: perché scarseggiavano libri e cervelli.