Mattia Merlotto, o meglio Merlotto Mattia come scrive in una delicata mail inviata al Sole 24 Ore, ha undici anni e ci chiede il numero di fax per inviare il suo progetto per il memoriale dedicato ai caduti italiani in missione di pace.
Troppe immagini di morte e di bare vestite col tricolore in televisione perché un ragazzino non si faccia coinvolgere. Scrive Mattia: «Dopo aver parlato con i miei genitori, ho voluto nel mio disegno (che si chiama Costruire attraverso le mani) ricordare tutte le persone che hanno amato il loro dovere, mettendo al primo posto l'aiuto verso gli altri. Non ho una scanner, potrei inviarvelo attraverso un fax se mi mandate il vostro numero».
Il disegno di Mattia arriverà. Intanto, sono molti i bozzetti inviati da architetti e artisti che hanno interpretato il ricordo, il sacrificio, con l'emozione suscitata dall'ultima strage, quella dei sei paracadutisti uccisi a Kabul il 17 settembre, che fa arrivare a 138 il numero dei soldati italiani che hanno perso la vita dal dopoguerra a oggi.
Sono idee progettuali, opere - come le definisce Mattia: «Logicamente la mia proposta - scrive - non è all'altezza delle opere degli artisti che pubblicate».
Giardino degli eroi è la proposta dell'architetto Veniero Moroni: «È un piano erboso rialzato di tre gradini - spiega - sul quale sono collocate in modo all'apparenza casuale numerose stele (con i nomi dei caduti) di bronzo specchiato a lastre di diversa forma e dimensione». Le più piccole sono affondate nel terreno come medaglie al valore cadute accidentalmente, altre progressivamente più grandi e deformate, ritorte, curvate per suggerire il dolore del sacrificio e per un gioco di condivisione della memoria. Il giardino può essere percorso da ogni parte ed è un labirinto aperto in cui si può girare attorno, che si può scavalcare o passarci sotto o dentro fino al centro del giardino dove una fonte d'acqua ricorda la vita. E, come muta la vita, «anche il giardino cambia - conclude Moroni - con l'aggiunta di altre stele create magari da artisti diversi, per una condivisione dell'opera».
Anche nel progetto di Vittorio Arcari il verde è dominante: «È un percorso evolutivo dell'uomo - dice l'architetto - che tende alla luce di una società giusta mentre sulla terra gli eroi sono caduti nel compimento delle missioni di pace».
Ancora un luogo verde nella proposta di Ennio Buttazzo e Alberto Mugni, dove le forme tondeggianti custodiscono la memoria e delimitano spazi per la riflessione sulla pace e la morte.
Che ha colpito anche gli occhi di Mattia: aspettiamo il tuo Costruire. Per costruire coscienza di pace.