Il reportage di Marco Alfieri sul quartiere milanese di Santa Giulia (Il Sole 24 Ore del 22 ottobre) ha fotografato con precisione lo status di un progetto industriale e urbanistico in panne. C'è poco da aggiungere, se non che è arrivato il momento per tutti di assumersi le proprie responsabilità, banche, società, enti, azionisti. La spallata del fallimento di Risanamento, al di là degli hurrah populisti, gioverebbe alla soluzione del problema? Up to a point dicono gli inglesi, fino a un certo punto, perché potrebbe anche danneggiare i piccoli azionisti che hanno in mano un quarto del capitale, i creditori non bancari e i bond holder, che rischiano parte del prestito obbligazionario. Una soluzione di buon senso, concordata e senza strappi, rilancerebbe i progetti Sesto San Giovanni e Santa Giulia, stavolta in piena trasparenza, dando sviluppo a Milano pre-Expo. Né evitare il fallimento equivale a un colpo di spugna, dato che eventuali responsabilità pregresse possono comunque essere accertate. I guai che abbiamo denunciato a Santa Giulia non si curano col fallimento, estrema medicina peggiore del male.