Ci sono bambini che oggi nascono in Italia e non sono nulla. Ci sono bambini che poi crescono, studiano in Italia e, quando compiono i 18 anni, possono essere espulsi come fossero nulla. La legge bipartisan sulla cittadinanza presentata ieri al Senato parte da qui. Parte dal semplice concetto che chi nasce in Italia (da un nucleo familiare stabilmente residente) è italiano. In termini giuridici si chiama ius soli. E i tecnici spiegano che è un'evoluzione necessaria per un paese che è diventato di immigrazione, dopo aver conosciuto il dramma dell'emigrazione. Più banalmente è un modo per riconoscere che chi nasce tra noi è uno di noi. E che dargli la cittadinanza è il modo migliore per integrarlo nella nostra comunità. È una buona legge la Granata-Sarubbi. Lo è per lo ius soli, lo è perché è giusto rendere più ragionevoli i tempi per ottenere il passaporto italiano, lo è - ancora di più - perché contemporaneamente fissa un percorso chiaro di adesione ai nostri valori e alla nostra Costituzione. I problemi dell'immigrazione richiedono soluzioni, non schemi ideologici. Per una volta la politica dimostra di saperle dare.