Nel suo ultimo concistoro, papa Paolo VI creò quattro soli cardinali. E la stessa porpora che consacrò l'emergente arcivescovo di Monaco, Joseph Ratzinger, nel '77 promosse-rimosse dalla Curia «sua efficienza» Giovanni Benelli: il potentissimo tessitore della finanza vaticana negli anni '60 e '70; l'originario protettore del presidente dello Ior, Paul Marcinkus. Quell'avvio (tardivo) del redde rationem non risparmiò la prova terribile del crack Ambrosiano. Ma l'approdo odierno di Ettore Gotti Tedeschi al vertice dello Ior - sotto papa Ratzinger - è in fondo l'atto conclusivo di una lunghissima transizione di cui Angelo Caloia è stato il paziente e riservato artefice. A un banchiere laico «ambrosiano» - che ha risanato una banca gravemente compromessa da un arcivescovo - succede ora un banchiere internazionale, nel cui moderno cattolicesimo c'è la coniugabilità fra eccellenza e fede, mercato e sussidiarietà, servizio al pontefice e impresa. A lui reinventare le «opere di religione» e confermare che il più piccolo stato del mondo non è offshore.