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Per consentire un'adeguata differenziazione tra paesi e tra regioni, il salario minimo dovrebbe essere fissato come una frazione dei salari contrattuali per le categorie meno qualificate, e dovrebbe tener conto adeguato dei divari geografici di produttività. Creando un pavimento alle retribuzioni, il salario minimo rassicurerebbe i lavoratori che rischiano di perdere il lavoro e contribuirebbe anche a frenare l'immigrazione di bassa qualità. I nuovi paesi membri che si oppongono dovrebbero ben valutare il rischio, altrimenti, di un freno crescente alla libera circolazione del lavoro nell'Unione.
Alla ripresa d'autunno, i problemi dell'occupazione tenderanno ad aggravarsi, anche se la caduta del prodotto sta arrestandosi. Senza una risposta europea, siamo condannati a convivere con bassa crescita, disoccupazione elevata, aree crescenti di povertà. I governi europei devono aprire una seria discussione su quel che possono fare insieme per offrirci una prospettiva migliore.