Meno di cinque medaglie, tra cinque e dieci o più di dieci medaglie d'oro. Erano queste le tre possibilità che gli scommettitori davano all'Italia prima dell'inizio delle Olimpiadi di Vancouver. Oggi, a quattro giorni dalla fine dei Giochi invernali più scialbi della storia (a pari merito con Nagano 1998), l'Italia ha nel medagliere zero ori, un argento, tre bronzi. Un flop dopo l'altro: il fondo, i pattinatori, lo sci alpino. Ogni giorno una speranza, ogni sera una delusione. Eppure quattro anni fa, a Torino, l'Italia vinse cinque ori e sei bronzi. C'era entusiasmo, si gareggiava in casa. Ma un tale tonfo nessuno l'aveva messo in conto. Che cosa è successo? Mancanza di programmazione? Poco talento? C'è chi tira in ballo il ghiaccio poco filante e le piste dello sci alpino troppo ripide. La verità è che l'Italia sportiva - Olimpiadi, Mondiali di atletica, Europei di calcio e basket - da qualche anno accumula solo brutte figure. Il presidente del Coni Petrucci si è detto «avvilito». Ha ragione. Serve più sport di base e a scuola, più impianti, meno politica. Oggi c'è Carolina Kostner. È settima ma spera in una medaglia. Anche noi.