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SISTEMI DI PAGAMENTO / La moneta locale scaccia la cattiva

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25 FEBBRAIO 2010

Una moneta da spendere subito, perché altrimenti perde sistematicamente valore nel tempo. Non per l'inflazione ma perché, semplicemente, "scade". Nel mondo è boom delle valute locali, soprattutto in questa versione "a deprezzamento": dal 1980 a oggi ne sono nate almeno 5mila, un po' ovunque.
Molte comunità o gruppi di consumatori e negozianti adottano oggi sistemi di pagamento alternativi che assicurano una rapidissima circolazione della moneta, al contrario della valute più tradizionali, che invece hanno visto negli ultimi anni rallentare la propria "velocità", il numero di volte in cui vengono scambiate in un certo tempo. Inventate dal libertario Silvio Gesell, lodate da Irving Fisher e John Maynard Keynes, queste monete locali su scala così piccola non sempre convengono davvero, ma la crisi le rende appetibili.

È questo uno dei temi affrontati nel numero di Ventiquattro, il magazine del Sole 24 Ore allegato domani al quotidiano, tutto dedicato ai soldi: al sogno di averne tanti, e di usarli nei modi più bizzarri - «comprerei gratta e vinci», spiega Dennis, di New York - e agli escamotage per vivere quando mancano e si è costretti a ricorrere al microcredito o al social lending o persino al baratto, come accade nello Zimbabwe dell'iperinflazione dove si usano mais, capre e fagioli persino per pagare le rette universitarie; ma anche negli Stati Uniti, la patria del dollaro. Senza dimenticare i mille sistemi di pagamento oggi disponibili, dal cellulare ai borsellini elettronici, che non sono però riusciti a rendere obsolete le vecchie banconote, così utili anche per evadere il fisco ed effettuare transazioni illecite.

La copertina è dedicata al più emblematico e misterioso "uomo del denaro" di oggi, che da solo gestisce riserve valutarie per 2.400 miliardi di dollari e governa la moneta della potenza economica emergente, la Cina: Zhou Xiaochuan, il governatore della Banca del Popolo, che immagina una moneta globale che scalzi il dollaro.

25 FEBBRAIO 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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