La strategia della General Motors per risollevarsi dalla crisi adesso è chiara: prometti tutto, mantieni niente. Dopo essersi impegnata con il governo americano a cedere marchi in cambio di massicci aiuti pubblici, la casa automobilistica di Detroit è riuscita a fare il pieno di sussidi in mezzo mondo senza poi vendere neppure una fabbrica. In Germania la Gm ha incassato gli aiuti di Stato dietro la promessa di vendere la Opel, ma ha poi fatto marcia indietro e restituendo il prestito con i soldi del contribuente americano; in Gran Bretagna ha messo al sicuro il marchio Vauxhall grazie agli aiuti del governo inglese che anche in questo caso saranno ripagati con le sovvenzioni della casa Bianca; in Svezia la vendita della Saab è andata misteriosamenta a gambe all'aria. L'unica cessione che è andata a buon fine è stata quella della Hummer ai cinesi, ma il valore dell'operazione è stato quasi insignificante. La nuova Gm che emerge dalla crisi, insomma, è del tutto diversa da quanto i governi si sarebbero attesi e del tutto uguale a quella entrata in bancarotta.