Un buon mix fra stato, che fa le regole, e mercato, che dev'essere messo in condizioni di dare il meglio di sé. Ed ecco che il governo tenta di mettere a punto la strategia per il ritorno al nucleare. Nessun dirigismo per la scelta dei siti, chiarisce Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo con delega all'energia. Il governo stabilirà criteri e vincoli. «Indicherà le esclusioni». Dove cioè non si potrà ospitare l'atomo perché il territorio non garantisce la piena sicurezza (sismicità, caratteristiche orografiche). «Ma poi i siti – puntualizza il sottosegretario - li sceglieranno gli operatori». Che a qual punto dovranno vedersela direttamente con le comunità locali. Saglia ha detto una cosa sensata. Ma è qual "poi" che solleva qualche timore. Per riempire di contenuti operativi il rinascimento nucleare tracciato nella legge-sviluppo serve una lunga sequenza di decreti attuativi. Per i criteri dei siti, appunto. Ma anche per la costituzione della stessa agenzia per la sicurezza. Innanzitutto certezze, chiede il mercato del nuovo nucleare italiano. Il via alla prima centrale atomica entro fine legislatura, promette il governo. Che ora deve davvero accelerare.