La grande crisi è ricca di effetti collaterali. Non ultimo quello di rivedere la geografia della convenienza fiscale che negli ultimi anni ha guidato le scelte di contribuenti e società. Di fronte all'emergenza finanziaria, infatti, paesi considerati affidabili e convenienti dal punto di vista tributario (come la Gran Bretagna o l'Irlanda) sono costretti ad appesantire il prelievo. Con la conseguenza che persone fisiche e società cominciano a "rivalutare" se restare insediati in quelli che credevano veri e propri paradisi legittimi o cercare altrove la tranquillità fiscale.
In realtà sembra di assistere a un grande risiko. Da un lato scudi fiscali e amnistie con i quali si cerca di favorire il ritorno di contribuenti disattenti o infedeli. Dall'altro inasprimenti della lotta all'evasione, interna e internazionale. Infine cambiamenti della curva di prelievo decisi da singoli paesi che portano a riconsiderare i calcoli di convenienza. L'obiettivo non è conquistare una qualunque Kamchatka, ma una cosa ben più importante: contribuenti che possono finanziare esauste casse statali.