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Elementi di questa alleanza sono da un lato l'impegno dello stato a realizzare, con risorse pubbliche, le opere comuni, come i tracciati principali dei corridoi, i dragaggi ecc., e dall'altro l'impegno dei privati a promuovere, sotto il controllo pubblico ovviamente, la realizzazione e gestione delle infrastrutture portuali e retroportuali e contemporaneamente a trasferire sui corridoi quote significative dei traffici oggi collocati e in futuro collocabili nei porti del Nord. Il nostro unico vero fattore di successo è partire da chi ormai in modo consolidato a livello globale gestisce i traffici commerciali.
L'alternativa, del tutto legittima, è che si prenda atto che ormai è troppo tardi e che "il gioco non vale la candela": che il traffico d'alimentazione europea resterà nel Nord Europa, che i porti spagnoli e francesi stanno crescendo troppo per essere sfidabili e che, specialmente, la politica dei trasporti, fatta anche di opere pubbliche da realizzare in poco tempo e di scelte elettoralmente rilevanti, non è cosa per il nostro paese. Ma allora è bene dirlo. Con buona pace del continuo refrain dell'Italia piattaforma logistica e della logistica fatta dal sistema competitivo.
Fabrizio Palenzona è vicepresidente Agens