C'è un filo che ha legato nella giornata di ieri Caorso (Piacenza) a Boretto (Reggio Emilia). Luoghi vicini sulle mappe e nelle logiche. A Caorso la proposta di riattivare la vecchia centrale ha causato il no degli enti locali: vecchia sindrome nimby. A Boretto è arrivata la macchia nera d'idrocarburi sversata nel Lambro, e da qui nel Po: antico disprezzo del bene comune. Il filo? Interessi privati in cosa pubblica. Mentre Obama negli Usa apre al nucleare dopo un embargo che nel partito democratico durava da 30 anni, l'Italia pare incapace di trovare un'intesa su come dare energia al proprio futuro. Soprattutto se il futuro bussa alla porta di casa nostra, con lo strascico di un rischio solo presunto, come in Val di Susa. Ma un ipocrita radicalismo ambientalista cede subito il passo se c'è da spostare l'immondizia dal cortile di casa, magari nel fiume che è di tutti e dunque di nessuno. Ovvio dire che questa doppia morale non ci piace. Tradisce un approccio infantile allo sviluppo economico: socializza i costi, privatizza i profitti. Pessima giornata, ieri, tra Caorso e Boretto.