I Lords ne discutono già, i laburisti promettono di farne un altro fronte dello scontro in vista delle elezioni. Parliamo di giovani? No, di anziani. Politicamente e numericamente più appetibili. Il dibattito che investe il Regno Unito sull'abolizione dell'età di pensionamento assumerà una dimensione elettorale come tutto oggi nei dintorni di Londra, ma sarebbe riduttivo leggerla solo così. Martin Amis immagina barricate di classe - generazionale non sociale - nel futuro prossimo e provoca invocando l'eutanasia collettiva per gli over 70; la Commissione per la parità dei diritti replica chiedendo più tutela per gli anziani, emarginati dal ciclo produttivo, senza badare al merito, in ossequio a una norma vecchia. E rigida. La Commissione invoca equità, ma soprattutto flessibilità per dare opzioni ai lavoratori maturi e capaci, oggi licenziabili senza indennità al compimento dei 65 anni. Il tema merita l'ampio dibattito sbocciato in un paese dove l'approccio al mercato del lavoro è, da Margaret Thatcher in poi, libero dall'ideologia e nel segno di una pragmatica elasticità. In Italia? Tutto tace. Le pensioni sono tabù.