Più uniti o più divisi? A volte il calendario crea coincidenze curiose. Oggi due convegni, uno a Milano, l'altro a Siena, faranno il punto, dopo la crisi, del dibattito sull'analisi e sulla politica economica: il primo da un punto di vista ortodosso e liberista - o forse social-liberista - l'altro decisamente aperto alle correnti alternative e a una politica più interventista.
L'incontro di Milano si concentra sull'Italia. «Il capitalismo italiano tra imprese e famiglie» è organizzato dal Club per l'economia di mercato, animato da Alessandro De Nicola, e da Radicali italiani con la collaborazione della Adam Smith Society. Alberto Alesina, Andrea Ichino, Salvatore Bragantini e Alessandro Penati gli studiosi invitati, ai quali si affiancheranno Emma Bonino, Alberto Pera, Franco Debenedetti.
Il convegno di Siena è di più ampia portata e si concluderà domani. «La crisi globale. Contributi alla critica della teoria e della politica economica», organizzato da Emiliano Brancaccio dell'università del Sannio, si apre alle correnti eterodosse - alle quali l'Italia ha sempre dato importanti contributi - tra i quali post-keynesiani di diverse sfumature, minskyani, circuitisti, scuola di New Cambridge e neomarxiani. Joseph Halevi, Riccardo Bellofiore, Giuseppe Fontana, Ugo Pagano, Lilia Costabile, Ernesto Screpanti tra i tanti economisti presenti.
Milano e Siena riusciranno anche a parlarsi? C'è da dubitarne: anche da un punto di vista analitico le posizioni sono ancora troppo lontane. L'unico risultato del doppio incontro è che - piaccia o non piaccia - l'economia torna a mostrarsi per quello che è: una disciplina pluralistica, polifonica. Proprio come nei fecondissimi anni Trenta. Poi chi avrà più filo tesserà.
R.Sor.