Prima che il processo sui derivati firmati dal Comune di Milano, agganciati ad un bullet bond da 1,68 miliardi, entri nel vivo, si dovrà probabilmente aspettare l'arrivo di qualche bravo traduttore. Ieri, durante la prima puntata dell'udienza preliminare, dove 13 imputati sono accusati di truffa aggravata ai danni di Palazzo Marino, i legali delle quattro banche che hanno congeniato i prodotti finanziari (Ubs, JP Morgan, Deutsche Bank e Depfa) hanno chiesto che gli atti vengano tradotti in lingua inglese, nel rispetto della loro sede legale (anche Deutsche Bank, per fortuna, si accontenterebbe di un testo anglofono, senza pretendere il tedesco). Poco importa, insomma, che gli istituti di credito abbiano tutti uffici in Italia, con funzionari, tecnici e comunicatori perfettamente italiofoni. L'importante è allungare un po' i tempi processuali. Martedì prossimo la decisione. (S.Mo.)