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CARLO MARIA MARTINI
Su internet mi ritrovo con i grandi e i dimenticati

di Gianni Riotta

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26 marzo 2010
Il cardinale Carlo Maria Martini (Olycom)

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Parlando di internet lei cita Platone. Oggi molti cercano i padri teorici di internet e c'è chi cita il gesuita Teilhard de Chardin o il filosofo Walter Benjamin. Quando lei guarda la mattina Wikipedia, a chi pensa? Da quali teorie deriva internet?
In verità non saprei dire quali sono le personalità concrete, però la Lettera a Diogneto è molto importante perché stabilisce il ruolo del cristiano nella società e quindi credo che le radici sono molto lontane. Tutto ciò che conduce a mettere in comunicazione gli uomini è possibile utilizzarlo, metterlo a frutto con questi strumenti. (La Lettera a Diogneto, un testo cristiano del II secolo di autore anonimo, dice fra l'altro «I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini. Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale. La loro dottrina non è nella scoperta del pensiero di uomini multiformi, né essi aderiscono ad una corrente filosofica umana, come fanno gli altri. Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale. Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera» ndr).

Cos'è che l'ha appassionata di più su internet?
Io cerco per esempio la spiegazione di tutte le persone o i nomi che non conosco, anche geografici. Poi uso molto l'email, certe volte ne ricevo troppe: sono come sommerso, allora non tiro su la testa facilmente; ma trovo la possibilità di comunicare con molte persone in tanti luoghi del mondo, rapidamente, e quindi cerco di utilizzare questa possibilità.

È proprio di questi giorni la notizia che Facebook ha superato Google, cioè che un luogo d'incontro online ha superato un luogo di ricerca online. E del resto lei stesso è su Facebook con una sua pagina.
Sì, è vero. Io sto ancora cercando di comprendere Facebook perché mi è stato offerto molte volte, ricevo anche domande di amicizia ma perlopiù non rispondo perché non conosco ancora bene che cosa succede, però certamente come possibilità è molto benvenuta.

In tutte le rivoluzioni della comunicazione non importa cambiare lo strumento, importa cambiare i contenuti. Fino a che Gutenberg stampa Bibbie in latino cambia poco, è quando comincia a stampare Bibbie in volgare che arriva la rivoluzione. Quali sono i nuovi contenuti per internet secondo lei? Qual è la Bibbia in volgare oggi?
Tutti i vecchi contenuti classici, soprattutto religiosi come la Bibbia, sono molto importanti per internet. Io posso vedere internet e trovare i passi della scrittura con molta facilità. Poi credo che i grandi classici sono da mettere in internet: grandi classici come Platone, Aristotele, come Alessandro Manzoni, come Dante Alighieri. Questi ci vengono trasmessi per internet e possono aiutare molto la formazione culturale della gente.

Lei ha passato la sua vita nelle biblioteche. Dia un consiglio ai ragazzi che si siedono davanti a internet e hanno la biblioteca di tutto il sapere del mondo a portata di tastiera.
È lo stesso, come in una biblioteca grande, dove ci vuole un criterio di scelta. Non posso andare in biblioteca e prendere i libri così a caso. Devo sapere cosa voglio, qual è la via che debbo seguire, quali sono le persone che posso ascoltare. Quindi credo che i giovani debbano fare molta attenzione ai motivi della loro scelta.

Ascolta l'intervista integrale al card. Martini
Bentornata Internet primo amore di libertà
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Speciale Il futuro dei media

26 marzo 2010
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