ITALIA

 
 
 

 
HOME DEL DOSSIER

3 Maggio 2010

1 Maggio 2010

30 Aprile 2010

29 Aprile 2010

28 Aprile-2010

27 Aprile 2010

26 Aprile 2010

25 Aprile 2010

24 Aprile 2010

23 Aprile 2010

22 Aprile 2010

21 Aprile 2010

20 Aprile 2010

19 Aprile 2010

18 aprile 2010

17 Aprile 2010

16 Aprile 2010

15 Aprile 2010

14 Aprile 2010

13 Aprile 2010

12 Aprile 2010

11 Aprile 2010

10 Aprile 2010

9 Aprile 2010

8 Aprile 2010

7 Aprile 2010

6 Aprile 2010

4 Aprile 2010

3 Aprile 2010

2 Aprile 2010

1 Aprile 2010

31 Marzo 2010

30 Marzo 2010

29 Marzo 2010

28 Marzo 2010

27 Marzo 2010

26 Marzo 2010

Romano e Camillo, eravamo tanto amici

di Lina Palmerini

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
26 marzo 2010

Aeroporto di Ciampino, Roma, inizi di maggio 1996. Romano Prodi ha da poco vinto le elezioni e ricevuto l'incarico di formare il primo governo di centro-sinistra della Seconda Repubblica. In una saletta vip, s'incontrano il neo premier e il cardinale Camillo Ruini. È la prima volta dopo la vittoria del Professore. L'incontro è obbligato: attendono Papa Giovanni Paolo II e la prassi richiede che ad accoglierlo ci sia un esponente del governo e il vicario di Roma. I rapporti tra i due ex amici fraterni si erano già raffreddati ma, allora, fu più evidente che mai. L'aereo del Papa ritarda, l'attesa diventa lunga. Un'ora, forse più. I due non si scambiano una parola, né uno sguardo. Quella che poteva essere un'occasione di riconciliazione – o un incontro imbarazzato ma veloce – diventa un silenzio lungo un'ora che raggela la sala e chi era presente.

Sono passati 14 anni. Quel gelo diventa parole. Ieri Prodi ha scritto: «Ho incontrato difficoltà non marginali nella mia attività di governo durante la quale il presidente della Cei, cardinale Camillo Ruini, forzando il concetto di non negoziabilità ha impedito ogni possibilità di mediazione su temi per i quali una mediazione è necessaria per la convivenza civile». Non era mai stato così chiaro il Professore nell'addebitare parte delle sue difficoltà a un'opera di aperta ostilità da parte della Cei. Perché aperta fu. Lo ricorda Pierluigi Castagnetti, ultimo segretario del partito popolare, profondo conoscitore dei rapporti tra Chiesa e politica. «Romano si è voluto togliere un sassolone dalla scarpa. Perché lo scontro fu durissimo. E la dichiarazione di guerra fu fatta dal cardinale Ruini dalle colonne dell'Avvenire con un editoriale non firmato dal titolo "Non possumus"».

Quello che racconta Castagnetti ha bisogno di una premessa: l'episodio di cui parla si riferisce all'acuto più alto toccato nello scontro tra i due, la vicenda dei Dico, cioè le unioni di fatto. È il febbraio 2007, secondo governo Prodi. «La mediazione era stata trovata in casa di Romano, in via Gerusalemme e il punto di mediazione con vari membri della Curia era Gianfranco Brunelli, capo redattore della rivista Il Regno. Il compromesso – ricorda Castagnetti – passava per il riconoscimento dei diritti individuali e non della coppia evitando somiglianze con l'istituto del matrimonio. Sembrava la via d'uscita ma quel "Non possumus" segnò la guerra. E quella "non negoziabilità" tolse qualsiasi spazio al governo di Romano».

Ma questo è un punto di vista. Stefano Belardinelli, professore di sociologia delle culture all'Università di Bologna, ne propone un altro: «È surreale attribuire colpe all'intransigenza del cardinale Ruini; piuttosto, ciò che sorprende è vedere politici, cattolici adulti, che decidono di varare i Dico pensando di avere l'appoggio della Chiesa. Se si è convinti delle proprie ragioni si può andare avanti, ma mettendo in conto il dissenso della Chiesa, che sul tema della famiglia o della vita ha sempre avuto una coerenza straordinaria. Questa forzatura sulla non negoziabilità non riesco a vederla. Non è Ruini che ha inventato il magistero sulla famiglia e ricordo che proprio Giovanni Paolo II ha centrato il suo pontificato sulla famiglia come comunità naturale fondata sul matrimonio». Belardinelli, che è anche coordinatore del comitato Progetto culturale (il "luogo" di eccellenza dei ruiniani), all'epoca dei Dico scrisse un editoriale sul Corriere della Sera spiegando la sua «sorpresa» di vedere gli altri sorprendersi.

Eppure quella vicenda segnò nel profondo un'amicizia. Il Professore e il Cardinale si conoscono da giovanissimi – appena ventenni – e crescono insieme. Ruini celebra il matrimonio di Romano, battezza i suoi due figli, e tutt'e due vengono lanciati nel giro di vent'anni in "carriere" brillantissime. Il sodalizio è forte, la comprensione profonda. Quando Ruini diventa vicario di Roma, il Professore ogni due mesi organizza per lui cenacoli con l'intellighenzia economica e imprenditoriale del paese. Poi la rottura. È il 1995, il Professore decide di candidarsi premier con il centro-sinistra. «Lì – ricorda Castagnetti – si rompe l'amicizia, sull'anti-comunismo. Il cardinale, che aveva avuto il merito di evitare il declino della Chiesa con la fine della Dc, dissente dalla scelta di Romano, gli dà la responsabilità di aver sdoganato i comunisti». Ma il racconto che si fa è anche quello di una Cei che vira verso il centro-destra grazie all'"ambasciatore" Gianni Letta.

«Anche questa è una favola giornalistica. Quello che vale per Ruini vale per tutti i prelati: sono apprezzati finché dicono cose gradevoli, ma quando sono sgradevoli allora diventano ingerenze. Il paradosso è che l'ambiente politico è assai clericale: se fossi leader di un partito non farei a gara per andare a presentare il mio programma al segretario di stato. Eppure questo è avvenuto». È sempre Belardinelli che parla, ma sull'oggi ha qualcosa da dire anche Castagnetti. «Mi pare che nella gerarchia dei vescovi ci sia il tentativo di divincolarsi dal centro-destra che l'ha "esposta" sui suoi scandali morali, ma la candidatura di Emma Bonino lascia tutto in sospeso. Chi sa leggere nel mondo cattolico ha visto che nel cambio di un aggettivo – da "non negoziabili" a "irrinunciabili" – c'è lo spazio di un riavvicinamento, ma molto dipenderà da queste elezioni e dall'identità non laicista che il Pd saprà darsi».

26 marzo 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-