Dopo otto mesi di trattative Confindustria e Federmanager hanno firmato il contratto dei dirigenti. L'intesa, raggiunta in un momento non proprio favorevole per molte aziende, rappresenta un altro tassello di quella pace sociale a cui le relazioni industriali e la bilateralità mostrano di poter concorrere. Certo non è stato facile. Le trattative sono iniziate in aprile con Federmanager che chiedeva l'introduzione della clausola di garanzia sul salario incentivante e Confindustria che rispondeva che dopo la storica riforma del 2004 il contratto dei manager non deve più svolgere il ruolo di autorità salariale. Da aprile in poi, tra diversi passi avanti e indietro, alla fine l'equilibrio è stato trovato. Adesso quelle diciotto pagine dell'accordo, con l'aumento e l'estensione delle tutele per i manager disoccupati, la possibilità di chiedere il bilancio delle competenze anche per i giovani e il miglioramento delle prestazioni sanitarie, rappresentano un nuovo allentamento della tensione sociale e un altro compimento di quel modello di welfare to work a cui tutte le categorie ambiscono.