Dai tulipani all'aglio. Agli speculatori evidentemente i bulbi piacciono, a prescindere dalla gradevolezza per l'olfatto. Stando a un rapporto di Morgan Stanley, in Cina si sta ripetendo una vicenda molto simile a quella accaduta in Olanda nel sedicesimo secolo, quando i mercanti di fiori spinsero i prezzi dei tulipani a livelli inverosimili, dando luogo alla prima "bolla" della storia. Oggetto delle attenzioni degli speculatori cinesi sarebbe oggi l'aglio, di cui il paese asiatico vanta la maggiore produzione mondiale (circa i tre quarti del totale). Il prezzo di questo umile prodotto dell'orto è quadruplicato da marzo. In alcune grandi città, tra cui Pechino, si è addirittura moltiplicato per quindici. Il motivo? In parte, un boom dei consumi legato all'epidemia da influenza A. La credenza popolare – non senza qualche fondamento scientifico – attribuisce all'aglio grandi doti nella prevenzione dei malanni. Ma gli analisti di Morgan Stanley sono convinti che ci sia anche dell'altro: «Troppa liquidità rischia di produrre speculazione, in un qualsiasi mercato». Forse anche in quello rionale. (S. Bel.)