Classicità. Il bozzetto firmato da GaruttiAnche Alberto Garutti ha accettato la sfida lanciata dal Sole 24 Ore di un memoriale dedicato ai caduti delle missioni di pace. Il maestro è convinto che gli artisti debbano scendere dal piedestallo e mettere senza esitazione il loro lavoro al servizio dei cittadini. «Realizzare un monumento ai caduti - dice il maestro nato a Galbiate nel 1948 - non è solo un atto di attenzione alle esigenze dei cittadini ma è anche un atto di responsabilità verso la collettività. In altre parole, il lavoro dell'artista nello spazio pubblico non è destinato agli addetti ai lavori ma a tutta la cittadinanza. Quindi, un autore non deve temere di affrontare un tema come quello dei caduti, anche se può apparire obsoleto e retorico».

Il docente, che è titolare all'Accademia di Brera a Milano e professore allo Iuav di Venezia, sottolinea che bisogna allontanare il pericolo della retorica: «È possibile evitare il rischio pensando che il memoriale celebra principalmente l'impegno delle persone. Un impegno che porta a rischiare la vita e, in alcuni casi, a perderla. Un monumento ai caduti deve essere un monumento all'impegno profuso dai caduti, ancor più che al loro sacrificio».

Già nel 2003 Garutti, che ha realizzato opere in tutto il mondo - a Gand, Istanbul, Kanazawa, Bolzano - ha ideato un memoriale per i caduti: «A Parma ho progettato un monumento dedicato ai caduti del servizio pubblico, cioè a carabinieri, poliziotti, vigili del fuoco, crocerossine. In questa categoria entrano, a mio modo di vedere, anche i caduti per la pace».
Ha le idee chiare sulle caratteristiche che il memoriale deve avere: «Mi piace percepirlo come monumento. Per questo ho voluto che ricordasse un monumento classico, rassicurante di quelli ben noti alla sensibilità popolare italiana. Inutile proporre soluzioni troppo lontane dalla percezione comune. Nel mio progetto, il monumento è composto da un grande piedestallo sopra il quale si innalza un'asta, con la bandiera italiana».

Forse questa soluzione potrebbe sembrare scontata, ma il maestro la difende con convinzione: «Se è vero che è un monumento che va incontro alla sensibilità popolare, esso si presenta con un abito completamente contemporaneo. Infatti, è interamente pensato in cemento per rafforzarne il suo valore simbolico con la peculiarità di produrre calore attraverso un dispositivo di termostatazione elettronico. Il tricolore è in stoffa tradizionale. Mi piace utilizzare la bandiera: per me le bandiere simboleggiano non solo l'unità delle nazioni ma anche la molteplicità di idee che esse esprimono».

Nel disegno che Garutti ha proposto al Sole 24 Ore è chiaro il desiderio di far usare il monumento, di far vivere il memoriale alle persone: sarà possibile sedersi alla base e contemplarlo. «Questo è il punto centrale dell'opera, l'aspetto simbolico più importante di questo lavoro - afferma Garutti - perché il monumento è riscaldato. Un dispositivo interno permette di mantenere la seduta del monumento a circa 37 gradi, ovvero la temperatura del nostro corpo, parla dunque della vita, della quotidianità perché tutti sedendosi lì ne potranno usufruire».

La morte e il sacrificio dei caduti celebrato con il calore della vita. Questo è il potente messaggio lanciato dall'artista Alberto Garutti.