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IDEE / La macchina fotografica che ricorda la nostra vita

di Marco Magrini

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26 settembre 2009

A 75 anni suonati, Gordon Bell ha una memoria di ferro. Se gli date un po' di tempo, č in grado di ricordarsi cos'ha mangiato a cena un anno fa o il giorno esatto in cui ha comprato quel cappotto grigio.
Bell – una vecchia gloria del'industria elettronica, da dieci anni "in pensione" come ricercatore alla Microsoft – vive con una telecamera appesa al collo, per lasciarsi dietro una traccia digitale della sua intera esistenza. Come racconta nel suo ultimo libro, «Total Recall» – un titolo che occhieggia a un film con Swarzenegger prigionero della sua memoria elettronica – da dieci anni Bell fotografa tutte le fatture, gli scontrini, le lettere scritte e ricevute, le analisi mediche. Fa addirittura una copia di tutte le pagine web che legge. «Mi piace il cibo – ha detto alla Cnn – e quindi fotografo i piatti che mangio. Tutto, costituisce un ricordo».
Alla Microsoft, la fotocamera al collo di Bell ha gią un nome commerciale: SenseCam. Ha un obbiettivo fish-eye per catturare la maggiore visuale possibile ed č guidata da una serie di sensori (di movimento, di accelerazione, di calore) che prendono la decisione di scattare periodicamente delle foto. Le quali, sono ovviamente geolocalizzate grazie al Gps. «Nel futuro non ci sarą pił bisogno di ricordarsi tutto», scrive candidamente Bell nel suo libro. «Per quello avremo i computer. E questa rivoluzione cambierą l'umanitą».

Gordon Bell, un ingegnere che negli anni 60 ha contribuito alla creazione del celebre computer Vax della Digital Corporation, ha una memoria di ferro. Ma solo se riesce ad accedere al suo hard disk dell'esistenza.
Portata a quest'estreme conseguenze, la digitalizzazione dei ricordi non sarą un successo commerciale del futuro prossimo – in quello remoto, chissą – ma Bell ha comunque il merito di averci provato. Forse spingendo un po' troppo in lą il parallelo fra i bit e i neuroni. «Dimenticare – scrive – non č una proprietą, č un difetto della mente. Non credo che il dimenticare sia un tratto saliente della memoria umana. Č molto meglio ricordarsi tutto con precisione». A patto, ovviamente, che ci sia la corrente.

26 settembre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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