«A ricordo di tutti i caduti civili e militari nelle missioni di pace, la Repubblica italiana riconosce il giorno 12 novembre, anniversario della strage di Nassiriya, quale Giornata della memoria dei caduti nelle missioni di pace». Su queste poche righe potrebbe compiersi il "miracolo" di un'iniziativa parlamentare bipartisan? Le premesse ci sono. Dopo l'attentato di Kabul in cui sono rimasti uccisi sei parà della Folgore sul tema delle missioni internazionali è sceso un clima di condivisione tra le principali forze politiche che è andato in scena plasticamente nella basilica di San Paolo fuori le mura dove si sono celebrati i funerali per i caduti in Afghanistan. Una scena di concordia nazionale cui il rissoso dibattito politico ci aveva disabituati – in prima fila i rappresentanti del governo, alle loro spalle fianco a fianco esponenti di maggioranza e opposizione – che ora ha l'occasione di dare i suoi frutti.
Già nel corso delle ultime celebrazioni per la strage di Nassiriya il ministro della Difesa Ignazio La Russa, incontrando i familiari delle vittime, aveva promesso: «Lavorerò per accogliere il loro desiderio che il 12 novembre diventi il giorno del ricordo dei caduti delle missioni di pace, di tutti coloro che, non solo a Nassiriya, hanno dato la vita in assolvimento del proprio dovere». Subito dopo al Senato il gruppo del Pdl aveva presentato una proposta di legge per istituire quella giornata. Più veloce, per la verità, si era dimostrato alla Camera il deputato del Pdl Filippo Ascierto, maresciallo dei carabinieri che a legislatura appena inaugurata ha depositato una proposta di legge per l'istituzione del «giorno della memoria dei militari italiani caduti per la pace». Da tempo, però, tutto era fermo. La tragedia di Kabul ha imposto di nuovo il tema.
«All'ultima conferenza dei capigruppo – riferisce Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl e primo firmatario della proposta a Palazzo Madama – ho portato le due pagine del Sole 24 Ore con le foto dei nostri 138 caduti in missioni internazionali di pace (pubblicate il 22 settembre, ndr). Ho sollecitato una più rapida definizione dell'iter del testo di legge che ora si trova in commissione Affari costituzionali. E ho registrato un'ampia intesa. Tutti i capigruppo si sono dichiarati d'accordo: si tratta di un tema molto sentito. Per questo l'ideale sarebbe arrivare presto a una decisione in modo da poter celebrare la giornata già il prossimo 12 novembre oppure si potrebbe scegliere quella data come giorno dell'approvazione del testo. Il problema è solo di raccordo procedurale tra Camera e Senato».
L'ex ministro non vede particolari impedimenti: «Non occorrono grandi discussioni, si tratta di una legge che non comporta spese, il suo valore è principalmente morale e simbolico». Insomma, strada in discesa. Anche perché, aggiunge Gasparri, la maggioranza è disponibile a ritirare la proposta per «riformulare un testo firmato da tutti». Anche dall'opposizione.
Esattamente ciò che auspica il capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro: «L'iniziativa mi sembra giusta. Per questo mi auguro che si possa redigere nel comitato ristretto una proposta che porti le firme di tutti i capigruppo. A quel punto si potrebbe scegliere anche l'approvazione in sede deliberante: io, però, visto il tema, preferirei la solennità dell'aula». Per Finocchiaro, però, al ricordo e alla commemorazione va accompagnata anche una riflessione sul nostro impegno militare all'estero. «Le azioni politiche, per essere efficaci, vanno aggiornate ai mutamenti. Di fatti politici ne sono accaduti molti, da ultimo la nuova presidenza degli Stati Uniti. Di queste novità il Parlamento deve esser chiamato a dibattere».