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Sarebbe meglio non sottovalutare la posta in gioco, perché il progetto Wikipedia propone un processo di liberalizzazione e di democratizzazione della conoscenza assai seducente, ma paradossale. Esso infatti è tanto più ampio quanto più implica l'eclissi di un individuo autonomo e responsabile delle proprie azioni dentro un soggetto collettivo anonimo.
Tutto ciò avviene in nome di una battaglia anti-gerarchica e anti-intellettualistica in favore di una nuova democrazia partecipativa che propaganda una sottile forma di "populismo telematico". Ma se i presupposti e le condizioni per il successo del progetto è stabilito dall'algoritmo di Google, non è vero che si è liberi da ogni gerarchia; anzi, se ne creano altre, meno palesi e quindi virtualmente più egemoni, che devono essere riconosciute e sottoposte anch'esse al vaglio critico, senza paura d'essere giudicati estranei al progresso tecnologico, che non è mai un processo neutrale, o passatisti.
La spiegazione del tandem Google-Wikipedia dovrebbe avvenire in ogni scuola, non per insegnare agli studenti diffidenza nei confronti dei nuovi media, ma per offrire loro una migliore consapevolezza, ossia una maggiore libertà.
miguel.gotor@unito.it