ITALIA

 
 
 

 
HOME DEL DOSSIER

4 Aprile 2010

3 Aprile 2010

2 Aprile 2010

1 Aprile 2010

31 Marzo 2010

30 Marzo 2010

29 Marzo 2010

28 Marzo 2010

27 Marzo 2010

26 Marzo 2010

25 Marzo 2010

24 Marzo 2010

23 Marzo 2010

22 Marzo 2010

21 Marzo 2010

20 Marzo 2010

19 marzo 2010

18 Marzo 2010

17 Marzo 2010

16 Marzo 2010

15 Marzo 2010

14 Marzo 2010

13 Marzo 2010

12 Marzo 2010

11 Marzo 2010

10 Marzo 2010

9 Marzo 2010

8 Marzo 2010

7 Marzo 2010

6 Marzo 2010

5 Marzo 2010

4 Marzo 2010

3 Marzo 2010

2 Marzo 2010

1 Marzo 2010

28 Febbraio 2010

27 Febbraio 2010

26 Febbraio 2010

25 Febbraio 2010

24 Febbraio 2010

23 Febbraio 2010

Tentazioni ideologiche fra i clienti

di Marco Liera

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci

I fondatori del movimento «Move Your Money» (sposta i tuoi soldi, si veda l'articolo a pag. 4) devono aver dato un'occhiata ai libri di finanza comportamentale. Dove hanno appreso che agli individui piacciono le scorciatoie euristiche. In fatto di banche, dire che piccolo è bello e grande è rischioso e destabilizzante fa molta più presa che non sostenere che i risparmiatori dovrebbero scegliersi gli intermediari più efficienti (grandi o piccoli che siano).
Ma un messaggio come questo non avrebbe alcun significato politico, che forse è ciò che interessa a Arianna Huffington e a chi anima il movimento. Le distorsioni cognitive tipiche della finanza rendono questa industria un caso da manuale di mercato ben lungi da essere perfetto e libero, e quindi terreno fertile per ideologie e pregiudizi. È incerta però la portata di campagne di sensibilizzazione "etica", stante il fatto che fino a oggi la finanza non si è mai distinta per la sua capacità di infiammare gli animi.

A livello micro, si potrebbe invece fare un proficuo e graduale lavoro di educazione finanziaria, finalizzato a dotare i risparmiatori degli strumenti conoscitivi per potersi confrontare ad armi pari con gli intermediari. Come si legge a pagina 8, però, il processo di formazione di massa dei cittadini è agli albori, richiederà molto tempo prima di dare luogo a risultati concreti, e coinvolge un gran numero di soggetti e istituzioni (dalle autorità di controllo alla scuola), ognuna con le sue priorità; il fatto che anche le banche sia a livello consortile che singolarmente promuovano programmi di formazione finanziaria è confortante. La domanda resta: agli intermediari (e alla loro capacità di generare extraprofitti) conviene veramente che i clienti siano preparati e consapevoli?
Occorrerebbe poi evitare di cadere nell'illusione che i movimenti dei capitali da una banca all'altra siano di per sè indice di efficienza e dinamismo del mercato. Se un cliente segue passivamente un private banker che migra da un istituto all'altro a caccia di ingaggi non necessariamente fa un favore ai propri risparmi e al sistema finanziario. E non bisogna neppure sovrastimare l'insoddisfazione della clientela bancaria. Questo è un rischio che si corre quando ci si occupa, come facciamo da anni a «Plus24», dei reclami dei correntisti e degli investitori. La realtà è che milioni di clienti non cambiano banca perchè tutto sommato non sono così infelici. Certo, molti di questi, se dedicassero più tempo alla cura delle proprie finanze, scoprirebbero che spostando i risparmi altrove potrebbero essere ancora più soddisfatti. Ma in un settore bancario che, grazie anche alle reti di promotori e all'offerta online, offre da tempo la possibilità di fruire di condizioni e servizi differenziati, non va trascurata l'ipotesi che qualche cliente abbia già valutato con attenzione l'opzione di trasferire i suoi soldi e consapevolmente l'abbia accantonata. Almeno per ora, si intende.
L'attività bancaria è poi molto delicata perchè il confine tra continuità aziendale e default è tracciato dalla reputazione. Se questa viene duramente colpita per effetto di campagne più o meno disinteressate, una parte dei risparmiatori e la stabilità del sistema subiscono un danno, pur tenendo conto delle assicurazioni dei depositi presenti nella maggior parte dei mercati. Ciò di cui hanno bisogno i risparmiatori sono più formazione e minori barriere all'uscita da una banca. Se otterranno queste condizioni, saranno loro a decidere se restare o andarsene come accade con qualsiasi altro servizio, senza che qualcuno si senta in dovere di ricordarglielo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-