La riunione in Bankitalia tra il governatore Mario Draghi e i vertici bancari ha dato un risultato raziocinante. Sembrerebbe «business as usual», una giornata normale, se il nostro paese non ci avesse abituato a sorprenderci davanti alla razionalità e a rassegnarci a un continuo alternarsi tra status quo e colpi di coda populisti a caccia della comparsata in un talk show tv. Arrivano sì le nuove regole per i manager ma senza quel furore sanfedista che sta - ahinoi - contagiando perfino il già compassato presidente Obama. E se i numeri 2009 delle nostre banche son positivi, meglio occorrerà fare in questo cruciale 2010, rafforzando il patrimonio con l'occhio alle regole che il mondo vorrà condividere. Draghi ha ricordato alle banche che la ripresa non è né sanguigna né scontata: molte aziende sono ancora convalescenti e l'accesso al credito resta decisivo. Le banche hanno fatto presente le loro sofferenze con l'aumento delle perdite sui crediti. Parleremo a lungo del governatore Draghi nei prossimi mesi (e speriamo nessuno vorrà mai parlarne a vanvera): per ora basti elogiarlo per l'aplomb con cui, in giorni difficili per tutti, riesce a far sembrare «normali» anche le cose difficili.