Il Fondo monetario internazionale dice che l'Italia crescerà nel 2010 dell'1 per cento. Una stima che coincide con quella del governo e delle maggiori agenzie internazionali. È un dato incoraggiante, se si considera il meno 5% dell'anno appena concluso. Ma è tutt'altro che una "ripresona". I mesi che abbiamo davanti sono ancora molto incerti. E il bambino della crescita è troppo fragile per essere lasciato solo. Nel 2009 le imprese hanno fatto la loro parte. Anche grazie agli strumenti messi a disposizione dal governo, hanno evitato quei licenziamenti che avrebbero aggravato la crisi. Il paese in qualche modo ha fatto sistema. E ha tenuto. Ora è il momento del rilancio. Sono tante le aziende che stanno provando a ripartire. Lo fanno con determinazione e caparbietà. Ma non vanno lasciate sole proprio ora. Niente assistenzialismo. Bisogna però accompagnare nel rilancio un sistema produttivo vivo - fatto di migliaia d'imprese e di decine e decine di settori diversi - con interventi mirati a sostenerne gli investimenti e a rilanciare i consumi. La ripresa è un rivolo: restare in attesa della pioggia non serve.