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NO COMMENT / Autostrade parla spagnolo ma in Sudamerica

di Fabio Tamburini

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27 marzo 2010

Le diversificazioni dei Benetton sono passate soprattutto dall'impegno su quattro fronti: ristorazione, tlc, infrastrutture e autostrade. Autogrill ha dato sempre pochi problemi e grandi soddisfazioni in termini di aumento dei valori aziendali. Telecom ha rappresentato una vera Caporetto. Gli aeroporti sono tuttora una scommessa almeno per quanto riguarda l'Adr di Roma, dopo le esperienze positive di Torino e Firenze. Autostrade ha redditività eccellente ma, per la natura stessa delle attività, significa rapporti continui con le autorità pubbliche che gestiscono le concessioni e gravitano intorno al ministero dell'Economia.

Certamente dovrà occuparsene il nuovo presidente di Atlantia, che controlla la società Autostrade, annunciato mercoledì scorso. Esce di scena un professore, Gian Maria Gros-Pietro, e prende il suo posto un manager, Fabio Cerchiai, confermando piena fiducia alla leadership dell'ad Giovanni Castellucci. La scelta di Gros-Pietro è stata la naturale conseguenza degli assetti dell'azionariato di controllo. Il gruppo Benetton era l'azionista di riferimento ma controllava Autostrade tramite una finanziaria, Schemaventotto, di cui facevano parte partner di peso come la Crt di Torino, Mediobanca, Generali. Serviva, di conseguenza, un presidente che funzionasse da stanza di compensazione e tale è stato Gros-Pietro.

Ora lo scenario si è semplificato, Schemaventotto è stata sciolta e la società fa capo direttamente ai Benetton. Ecco perché è arrivato il turno di Cerchiai, attualmente presidente dell'Ania (l'associazione delle compagnie assicurative) e, in passato, ad delle Generali. Cerchiai è dal 2005 consigliere d'amministrazione della Edizione srl, cassaforte dei Benetton, ma soprattutto ha con il gruppo rapporti diretti consolidati in almeno due circostanze: è l'assicuratore che per conto di Generali ha seguito il grande cliente Benetton e, a metà degli anni 90, ha dato via libera all'entrata della compagnia triestina nel capitale della 21 Investimenti, la finanziaria che è stata trampolino di lancio per Alessandro Benetton, figlio di Luciano e capofila delle attività tradizionali nell'abbigliamento.

La società Autostrade ha le carte in regola per crescere ancora, e con progetti ambiziosi, affiancando la presenza in Italia con investimenti selettivi sui mercati internazionali (nella gestione e nei sistemi di pedaggio, più che per la parte costruzione). In quali aree del mondo è presto detto. La scelta di fondo è preferire i paesi in cui sono attesi aumenti di traffico, e quindi di redditività, elevati. A partire dal Sudamerica, in cui gli investimenti fatti stanno dando risultati almeno pari alle attese. La vecchia Europa, di conseguenza, attrae molto meno nonostante ci siano le condizioni per novità di peso.

Vanno seguite, in particolare, le vicende della spagnola Abertis. In passato è stata all'ordine del giorno l'alleanza con Autostrade, poi rimasta sulla carta. In quel momento Abertis aveva un azionariato stabile e risultati in forte crescita, con la Spagna che viveva anni di gloria. Oggi vale l'esatto contrario: l'economia spagnola sbanda pericolosamente e Abertis deve fare i conti con soci pronti a disimpegnarsi. La Caixa di Barcellona, che controlla quasi il 29% del capitale, è chiamata dalla banca centrale a fare cassa per essere pronta a soccorrere altre casse di risparmio in difficoltà. E il gruppo Acs, guidato da Fiorentino Pérez, presidente del Real Madrid, ha chiuso un investimento importante e dispendioso in Iberdrola (energia).

27 marzo 2010
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