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I PROBLEMI DI EUROLANDIA /
La Germania balla da sola

di Philip Stephens

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27 marzo 2010

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La soluzione del dopoguerra non si è rivelata sempre tranquilla, come ora si ricorda. Il resto dell'Europa non ha mai smesso davvero di preoccuparsi per la Germania. La politica della distensione della Repubblica federale nei confronti dell'Urss ha alimentato le preoccupazioni che potesse prestarsi a far stringere una sorta di baratto: neutralità nella guerra fredda in cambio della riunificazione della Germania. Senza contare che a un certo punto la locomotiva franco-tedesca di quando in quando si è inceppata.

Il mio primo serio incarico di corrispondente lo ebbi a Bruxelles per conto della Reuters all'inizio degli anni 80: all'epoca al centro degli eventi c'era la titanica lotta tra François Mitterrand ed Helmut Kohl, da un lato il desiderio di una forte crescita economica da parte della Francia e dall'altro il rigido rispetto dell'ortodossia finanziaria da parte della Germania. Il cancelliere tedesco vinse quello scontro, costringendo i francesi ad accettare la deflazione come prezzo della svalutazione. La successiva polemica sulle rispettive responsabilità delle nazioni eccedentarie o con disavanzi è stata alquanto simile a quella che divampa oggi. Paradossale è il fatto che la successiva spinta da parte di Parigi all'unione monetaria nacque dal preciso convincimento che l'euro avrebbe posto fine a queste dispute una volta per tutte.

I sospetti sulle intenzioni tedesche si sono riaccesi nuovamente con la caduta del Muro. Gran Bretagna e Francia cospirarono contro la riunificazione della Germania, paventando il ritorno della vecchia questione tedesca. Nessuna di queste tempeste, tuttavia, ha messo seriamente in crisi i presupposti stessi del progetto europeo: la volontà della Germania di far combaciare il proprio interesse nazionale con quello dell'Europa. L'intesa ha unito la potenza economica tedesca alla leadership politica francese. Questo è dunque il patto che Angela Merkel sta sfidando apertamente con la sua politica che non mira all'espansionismo, bensì a infilarsi al calduccio sotto la calda e rassicurante trapunta dell'interesse esclusivo tedesco. In molti di questi tempi si arrovellano per cercare di capire che tipo di Europa finirà con l'emergere dall'attuale epoca di tumultuosi cambiamenti geopolitici, mentre la prima domanda che dovrebbero porsi, in ogni caso, è: «Che ne sarà della Germania?».

Copyright The Financial Times
(Traduzione di Anna Bissanti)

27 marzo 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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