Ha fatto bene il neosegretario del Partito democratico Pierluigi Bersani ad aprire il suo mandato con un incontro con la produzione a Prato. Se le primarie son state un successo - malgrado il suicidio del Pd dopo una dignitosa sconfitta elettorale, le dimissioni di Veltroni e un'estate di inutili polemiche - tocca adesso a Bersani, politico di buon senso, smentire i suoi detrattori e dimostrare di non essere teleguidato da D'Alema o da chicchessia. Se il Pd diventa un "Pds 2 la vendetta" il partito non ha futuro. Non manca il lavoro, occorre tener dentro tutti, da Rutelli alla Binetti ai sindacati, occorre sottrarre il partito alla lobby giustizialista che sta cospargendo di danni collaterali il futile safari anti Berlusconi. Il neosegretario ha il dovere di ridare vita all'opposizione, funzione cruciale in democrazia. Il Pd è anemico tra gli imprenditori, i ceti produttivi, i professionisti dell'innovazione, i giovani che credono in un'Italia sveglia e moderna. Buttando alle ortiche paparazzi e pruderie Bersani lavori sull'economia: un tempo il suo nome era sinonimo di liberalizzazioni. Riparta da lì segretario e in fretta.