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OLTRE LA CRISI - LE RIFORME POSSIBILI / Da bolla nasce bolla (se non si buca)

di George Soros

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27 ottobre 2009

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Dal momento che i mercati sono interconnessi e che certe banche rivestono posizioni di quasi monopolio, va presa in considerazione l'idea di scorporarle. Probabilmente non è pratico separare l'attività delle banche d'affari da quella delle banche commerciali, come fece la legge Glass-Steagall del 1933. Ma devono esistere compartimenti interni che separino la compravendita titoli in proprio dall'attività bancaria pura, e isolino il trading sui diversi mercati per ridurre il contagio.
Per concludere, gli accordi di Basilea commisero un errore quando attribuirono ai titoli detenuti dalle banche valori di rischio sostanzialmente inferiori a quelli dei comuni prestiti, perché ignorarono i rischi di sistema legati ai portafogli concentrati in titoli. È stato uno dei fattori che hanno più contribuito alla crisi. Bisogna porre rimedio attribuendo un valore di rischio più alto ai titoli detenuti dalle banche: questo probabilmente scoraggerà la cartolarizzazione dei prestiti.
Tutti questi provvedimenti ridurranno la redditività e la leva finanziaria delle banche. Emerge anche una questione di tempistica. Non è il momento giusto per promulgare riforme permanenti. Il sistema finanziario è lontano dall'equilibrio. Le necessità sul breve periodo sono l'opposto di quelle sul lungo periodo. Come prima cosa, bisogna sostituire il credito evaporato usando l'unica fonte che ancora gode di credibilità: lo stato.
Questo significa accrescere il debito pubblico e allargare la base monetaria. Man mano che l'economia si stabilizzerà, la base dovrà restringersi, parallelamente alla ripresa del credito: il rischio, in caso contrario, è che la deflazione ceda il passo all'inflazione.

Siamo ancora nella prima fase di questa delicata manovra. Le banche stanno uscendo dal baratro accumulando utili. Tagliare la redditività adesso sarebbe controproducente. La riforma normativa dovrà aspettare la seconda fase, quando la massa monetaria dovrà essere riportata sotto controllo, e in modo attentamente graduale per non mettere a rischio la ripresa. Ma non possiamo permetterci di dimenticarcene.
(Traduzione di Fabio Galimberti)

27 ottobre 2009
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