La ricetta della Spagna per superare la crisi è nota: tagli alle spese e aumento della pressione fiscale, senza però intaccare i redditi da lavoro e i dogmi dello stato sociale e solidale. A contribuire, per sanare il rosso dei conti pubblici e per frenare l'emorragia della disoccupazione, saranno dunque tutti, dato che l'aumento dell'Iva di due punti colpisce indistintamente i consumatori. Ma anche i più ricchi, per la decisione di incrementare l'aliquota sui capital gain.
Sacrifici per tutti. Tranne che per Kakà. Il Governo spagnolo si è infatti ben guardato dall'eliminare un privilegio per pochi, oltretutto contrario alle più elementari regole di una leale concorrenza. Ci riferiamo alla cosiddetta "legge Beckham" che permette di applicare ai lavoratori stranieri residenti in Spagna un'aliquota massima Irpef del 24% sui redditi prodotti nel paese, rispetto a quella del 43% applicata ai comuni mortali. Non avrebbe risolto i problemi del budget, ma avrebbe dato un segnale serio. Sacrifici per tutti ma davvero.