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Conoscenza, esperienza e soggetto costituiscono l'intreccio della modernità e in questa si colloca il pensiero di Giussani per condurre una sfida ai grandi del pensiero da Cartesio a Kant, da Husserl a Heidegger e ai contemporanei Derrida e Marion. «L'esperienza - osservava Giussani - è la parola cardine di tutto; l'uomo non può partire che dall'esperienza che è il luogo dove la realtà emerge in determinata guisa, in determinato volto, secondo una determinata flessione».
L'uomo conosce per avvenimenti e la stessa conoscenza è un avvenimento. Così il segreto del Meeting è di rinnovarsi come evento creatore di avvenimenti che iniziano dall'essere semplicemente presenti in quella marea di gente, di lingue, di età, di culture e sentimenti. La diversità che sa trovare unità e l'unità che si declina nelle differenze. Tanti incontri come in una lunga no-stop e otto mostre da Galileo a Maria Zambrano, filosofa spagnola teorizzatrice della ragione poetica, da Agostino alle basiliche romane, dal matematico e ortodosso Florenskij, fucilato da Stalin, alle riduzioni gesuite, da Masaccio all'esperienza della comunità cristiana di Cl nel rione Sanità di Napoli che ha colpito il governatore Draghi.
«Protagonisti o nessuno» era il titolo del 2008, la conoscenza quello di quest'anno. E, fino a domani, ultimo giorno della manifestazione suspence per il tema del 2010.