Trasparenza e fiducia sono due delle colonne della credibilità di internet. Lo hanno imparato, a spese loro, le aziende che non hanno tenuto comportamenti consoni. La stessa Google su questi principi ha fondato la sua fortuna. Mettendo in chiaro che una cosa è la ricerca del famoso algoritmo con risultati sulla base dei link e un'altra sono quelli sponsorizzati. Con l'espansione tentacolare dell'attività, il colosso di Mountain View ha inevitabilmente suscitato sospetti sull'enorme quantità d'informazioni a disposizione. Ora l'Antitrust italiano ha acceso un faro sui meccanismi che regolano l'aggregazione di notizie in Google News. «Scarsa trasparenza» è l'accusa lanciata dagli editori, lamentando che dietro a quell'"area grigia" si nascondano comportamenti discriminatori che influenzano il mercato pubblicitario. Il procedimento farà il suo corso. Ma una cosa è certa: se fosse dimostrato che il motore di ricerca avesse abusato della fiducia con comportamenti non trasparenti, i primi a punirlo sarebbero gli utenti. È la regola del web 2.0.