Forse si sta superando la misura. Toyota ha tradito lo spirito della qualità totale che essa stessa ha contribuito a costruire ed è stata costretta a richiamare nove milioni di vetture in tutto il mondo. Difetti ai freni, difetti all'acceleratore. Un mito che si è incrinato. Ma, che si sappia, al momento non ci sono prove d'incidenti provocati dal cattivo funzionamento delle autovetture giapponesi. Certo, il presidente della casa automobilistica, il signor Toyoda, nipote del fondatore dell'azienda, ha temporeggiato troppo prima di chiedere scusa ai consumatori. L'azienda stessa ha dimostrato di non saper gestire la comunicazione di crisi. Adesso, però, l'accusa del Congresso americano di aver deliberatamente nascosto documenti riguardanti incidenti suona esagerata rispetto alle effettive colpe della Toyota. I clienti - anche in un sondaggio del sito del Sole 24 Ore - difendono a spada tratta la casa automobilistica giapponese. Serpeggia il dubbio che la vicenda possa essere utilizzata per scalfire l'immagine e il mercato della casa giapponese, a vantaggio magari delle case americane in crisi. Questo sì sarebbe meritevole di un richiamo.