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Per tre volte, con forti maggioranze, gli italiani hanno eletto il presidente Silvio Berlusconi alla guida del paese. A volte il premier sembra credere alla propaganda degli avversari, persuaso di dovere il consenso al dominio dei media. Non è così: tanti italiani gli han dato fiducia sperando desse loro un paese più moderno. I tre anni che ci separano dal 2013 potrebbero essere gli ultimi a sua disposizione prima del giudizio non di un talk show amico o nemico, ma dei libri di storia, severi e ineludibili. E se il clima intorno a noi non cambierà, scontro di falangi retoriche e paralisi dell'innovazione e delle riforme anziché vera battaglia di idee e progetti, non sarà la vittoria di questa o quella camarilla, ma la sconfitta di tutti noi. È il dilemma 2010, da Obama e dalle nostre parti.
gianni.riotta@ilsole24ore.com
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