Intorno al brutto affare Marrazzo è partita la solita corte dei miracoli dei clown dell'odio. Mentre una famiglia è spezzata, c'è chi si sfoga nel razzismo: anziché deprecare un leader politico, si ghigna in nome di tabù vetusti. La sinistra radicale, che ha perfino portato in Parlamento Luxuria, in nome di una libertà finita presto all'Isola dei Famosi tv, umilia il governatore caduto con vignette che un tempo si sarebbero definite "da caserma". Un disegnatore in condominio tra il quotidiano Manifesto e Rai 2 impugna il razzismo antigay e i lettori provano invano a fermarlo con le lettere. Quello non si pente e impreca, perché non mi avete criticato quando infangavo i gay di destra? Un altro foglio ha la rubrica «Il cetriolo quotidiano». Che pena per chi un tempo si sognava libertario, la satira preda di un risentimento violento, che speravamo obsoleto. Con questo schifo deve convivere il volto gentile della signora Serdoz, moglie di Marrazzo, che annuncia di perdonare il marito. Speriamo che né a lei, né alle figlie, sia toccato di vedere quegli orrendi titoli e scarabocchi.